Oggi celebriamo la Giornata Mondiale della Terra, un'occasione che ci invita a riflettere sul nostro impatto ambientale e sulle azioni, collettive e individuali, necessarie per proteggere il nostro pianeta. Nata nel 1970 a seguito di un disastro petrolifero in California, questa giornata è stata successivamente riconosciuta dall'ONU come momento di celebrazione per la conservazione delle risorse naturali della Terra. Tra i settori industriali più inquinanti al mondo, la moda detiene un triste primato che spesso ignoriamo, nascosto dietro l'apparente innocuità di una semplice t-shirt o un paio di jeans.
Moda: un peso divenuto insostenibile per il pianeta
I dati dell'ONU sono allarmanti: l'industria della moda è responsabile del 10% delle emissioni globali di carbonio e del 20% dello spreco mondiale di acqua. Per produrre una singola t-shirt in cotone sono necessari circa 2.700 litri d'acqua, l'equivalente di ciò che una persona beve in 2,5 anni. La produzione di un paio di jeans richiede fino a 7.500 litri.
Questa impronta idrica devastante si accompagna ad altri impatti ambientali critici:
- L'industria tessile rilascia mezzo milione di tonnellate di microfibre sintetiche negli oceani ogni anno;
- Il modello del fast fashion genera 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili annuali;
- Il 35% delle microplastiche presenti negli oceani proviene dal lavaggio di tessuti sintetici.
Il deserto di Atacama: cimitero globale della moda
Un esempio eclatante delle conseguenze di questo sistema è il deserto di Atacama in Cile, diventato una discarica a cielo aperto per i vestiti scartati dal mondo occidentale. Ogni anno si stima che 59.000 tonnellate di abiti in eccesso vengano scaricate in questo ecosistema fragile, creando montagne di tessuti che non si biodegraderanno per secoli. Queste "dune tessili" rilasciano sostanze chimiche nocive nel terreno e nell'aria quando vengono incendiate o sepolte.
Perché preservare la biodiversità è fondamentale?
La biodiversità, minacciata anche dalle pratiche dell'industria della moda, è essenziale per il nostro pianeta:
- Garantisce l'equilibrio degli ecosistemi che ci forniscono aria pulita, acqua e cibo;
- Offre risorse naturali per medicine e nuove scoperte scientifiche;
- Contribuisce alla resilienza climatica, aiutando a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici;
- Rappresenta un patrimonio culturale e naturale inestimabile per le generazioni future.
La visione Regenesi: il bello è sostenibile
Noi di Regenesi agiamo concretamente per un'alternativa positiva in cui si mantiene il piacere generato dalla moda, integrandolo in una visione sostenibile delle risorse. La nostra filosofia si fonda su tre pilastri:
- From waste to beauty: trasformiamo i rifiuti in risorse preziose per la moda e il design. La nostra collezione Re-Flag è realizzata con oltre il 95% di poliestere riciclato da bottiglie di plastica, dove da 30 bottiglie nasce 1 kg di feltro. Anche il velluto delle collezioni Metamorphosis e Re-cap proviene interamente dal riciclo di materiali post-consumo, garantendo l'assenza di elementi chimici dannosi.
- Eco-design per una moda senza tempo: creiamo prodotti che trascendono le tendenze stagionali e le segmentazioni di mercato, progettati per durare e ridurre il ciclo consumistico del fast fashion. Ogni nostro prodotto è pensato per essere non solo bello ma anche rigenerabile.
- Produzione artigianale italiana: valorizziamo il saper fare e la qualità della manifattura italiana, creando collezioni senza genere che celebrano l'individualità e riducono le artificiali divisioni di mercato, unendo tradizione artigianale ed innovazione sostenibile.
Mentre celebriamo la Terra oggi, ricordiamo che ogni scelta d'acquisto è un voto per il futuro che desideriamo. La sostenibilità non è una tendenza passeggera ma una necessità assoluta. La forma di un futuro possibile è circolare: utilizzare le risorse con parsimonia, riciclare all'infinito e creare bellezza rispettando il pianeta che chiamiamo casa.
In questo Earth Day 2025, riflettiamo su quanto pesa sul pianeta ciò che indossiamo e scegliamo di fare la differenza, un capo sostenibile alla volta