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"La transizione verso un nuovo modello economico che integri tutti i pilastri della sostenibilità ambientale dovrebbe essere al centro della nostra attenzione.
Tutti i livelli (globale, europeo, nazionale, regionale, locale e municipale) e tutte le parti interessate (attori pubblici e privati, settore finanziario, società civile, università,...) dovrebbero prendere parte attivamente al cambiamento del sistema". Queste sono le parole di Janez Potočnik, ex commissario europeo e attuale co-presidente dell'UNEP, durante il primo seminario internazionale del progetto RETRACE, acronimo di “A Systemic Approach for Regions Transitioning Towards a Circular Economy”, di cui l’Italia è capofila con il coordinamento del Politecnico di Torino e la partecipazione della Regione Piemonte.
RETRACE è un ambizioso progetto Interreg Europe finanziato dall’Unione Europea, che coinvolge diversi gruppi di ricerca e le rispettive amministrazioni regionali di 5 diversi paesi europei: Italia, Spagna, Francia, Romania e Slovenia.
In che modo l’Europa si sta muovendo verso un'Economia Circolare? E come possono le politiche regionali portare innovazione su questo tema?
Il progetto vuole rispondere a queste domande attraverso l’applicazione sperimentale del Design Sistemico per la progettazione di policies territoriali. Per questo RETRACE è partito da quello che - in gergo tecnico - viene chiamato “rilievo olistico”, ovvero un’analisi approfondita dei sistemi territoriali coinvolti che ha preso in considerazione dati geografici, demografici, economici, culturali e urbanistici per rilevare le potenzialità del territorio in un’ottica di Economia Circolare. Al centro dell’analisi, l’individuazione degli scarti delle filiere regionali: un punto di partenza fondamentale per circoscrivere i problemi più rilevanti e iniziare a immaginare processi realmente circolari, in cui non si producono scarti perché progettati in modo che flussi di materia ed energia siano costantemente rigenerati lungo l’intero ciclo di vita del prodotto o servizio. Tuttavia, per dare vita a nuovi processi circolari è necessario mettere in connessione settori diversi che hanno caratteristiche produttive diverse. Occorre creare reti di imprese che non hanno mai collaborato tra loro e che non conoscono i processi e le potenzialità dell’altro.
Prima ancora di definire nuove soluzioni tecnologiche ed operative, è fondamentale che le politiche regionali, nazionali ed europee affrontino gli ostacoli istituzionali, organizzativi e culturali che impediscono l’affermazione di una nuova Economia Circolare. I risultati dettagliati dell’analisi sono stati raccolti nella prima pubblicazione del progetto RETRACE “Systemic Design method guide for policymaking, A circular Europe on the way”, disponibile gratuitamente per il download.